domenica 22 giugno 2014

monza-resegone 2014 per dembr in Garmin Connect - Dettagli

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DAY 71-2014

domenica 22 giugno 2014



Chi la ama e chi la odia.

Cosa dire della Monza- Resegone, io non  penso di odiarla ma sicuramente non è una gara per chi come me non ama la sofferenza quella vera  e propria e vuole avere tutto sotto controlla dal primo all'ultimo km. Posso dire di essermi fermato al 37 km quindi li li per finirla, ed è per questo motivo è giusto darmi del pirla, ma la testa ha preso il sopravvento rispetto al cuore. Penso che bisogna avere anche il coraggio di conoscere i propri limiti ed io di questa gara avevo ed ho una fottuta paura. Non voglio giustificare il fatto che abbia fatto schifo, come accade ultimamente, ma ho optato per l'opzione più facile e che mi avrebbe fatto soffrire di meno. Il prezzo dell'iscrizione vale per la partenza da Monza con gli occhi di centinaia di persone che ti applaudono e lo speaker che dice il tuo nome. Già lì, prima di salire sul palco, ero teso come una corda di violino ed il mio compagno di squadra Giuseppe se ne era accorto tranquillizzandomi. Analizzando la gara posso dire che i primi 20 km sono andati abbastanza bene tenendo un buon ritmo e riuscendo anche a divertirmi, scherzando con le persone lungo il tracciato e battendo il cinque ad ogni bambino che mi porgeva la mano. Raggiungendo la terna numero 30 e a superarla, e noi avevamo il 63! Poi dal 30 km e iniziato il calvario. Ho camminato per 300 metri e poi sono ripartito, ma anche la testa era già partita per la tangente e gli autosabotatori mi ingrandivano ogni sintomo di stanchezza e lo trasformavano in una pugnalata sulla schiena. Infatti al 33 km ho deciso di mollare tutto e iniziare a camminare, avevo perso completamente la testa, tant'è che sgarbatamente ho avuto delle parole pesanti verso i miei compagni di squadra, e di questo me ne pento e mi scuso, sicuramente non le pensavo. Analizzando a freddo il mio comportamento ho capito e deciso di fermarmi appena ho visto il primo runner sdraiato per terra collassato e la mia testa mi diceva che io non dovevo fare quella fine lì e che mi sarei dovuto fermare. Mi era già capitata alla 10 km del Manzoni a Lecco, di vedere una persona accasciarsi al suolo e automaticamente spaventarmi e rallentare notevolmente la mia corsa. Da quel momento in poi il mio obbiettivo è stato solo uno arrivare alla macchina e mettermi lì ad aspettare che tutto fosse passato. E stato bellissimo quando arrivato al 35 km ho sentito una 20 di persone gridare il mio nome, lì ho guardati uno ad uno cercando di  fargli capire che in quel momento ero stufo di correre. Ecco un altra cosa che mi ha lasciato basito è stato dire di essere stufo di correre, di dire a mia moglie che non avrei più corso. Sono parole veramente pesanti che non avrei mai immaginato di dire per tutta l 'impegno che ci ho sempre messo e per la voglia che ho messo in questa preparazione. Mi spiace per i miei compagni che hanno patito le pene dell'inferno per causa mia, ma spero che capiscano che il mio modo di comportarmi è nato solo dal dispiacere di avergli rotto le palle per 20 km.